Giovedì 29 settembre 2016 ore 18,30 – Sala Centro Servizi Culturali UNLA Oristano
Biblioteca Gramsciana Onlus, Terra Noba Onlus, Bioresistenti, Centro Servizi Culturali UNLA di
Oristano promuovono, per la prima volta in Sardegna, la proiezione del documentario di Guido Turus, Bioresistenze.
Dopo la proiezione Luigi Manias, fra i fondatori dei Bioresistenti, gruppo di agricoltori – artigiani certificati biologici e Fabrizio Pittau, cerealicoltore di Sanluri e fra i fondatori del Consorzio Grano Cappelli, nonché uno dei protagonisti del documentario, dialogheranno con Guido Turus.
Biosostenibile ed etica: è l’agricoltura “responsabile” che si sta rivelando un grande patrimonio del nostro Paese. Un’agricoltura che resiste alle mafie, al deturpamento dell’ambiente, del paesaggio e delle comunità.
Su questo argomento si sviluppa il film documentario Bioresistenze realizzato da Guido Turus, autore anche di un omonimo libro. Attraverso 50 testimonianze narra esperienze agricole, piccole e grandi, cooperative che gestiscono beni confiscati alle mafie, aziende a conduzione femminile, esempi d’imprenditoria giovanile, di salvaguardia dell’ambiente e di tutela della fertilità del suolo. Il termine bioresistenze vuole descrivere una pluralità di situazioni connesse da un lato con la salvaguardia dell’ambiente e dall’altro con la tutela dei diritti e della legalità attraverso azioni concrete. Bioresistenze si concentra sul grande patrimonio rappresentato da un certo tipo di agricoltura: quell’agricoltura che conscia del concetto di limite, di tempo, di complessità dell’ambiente opera per i beni comuni. Un agricoltura che è azione di salvaguardia dei diritti e della legalità là dove legalità non significa astratto principio di osservanza positiva delle leggi ma costituzione di uno spazio in cui i diritti di tutti vengono realizzati ed attuati, dove le persone siano cittadini; azione di salvaguardia ambientale, azione di tutela del territorio, del paesaggio, della biodiversità. Il termine bioresistenze vuole descrivere, quindi, una pluralità di azioni che ruotano attorno ad un “sano” rapporto con il territorio dimostrando che l’agricoltura non è solo azione economica/finanziaria ma, anche, pratica di resistenza alle forme di illegalità, resistenza all’uniformazione (che è appiattimento e non uguaglianza) sia culturale che alimentare,
resistenza alla violenza con cui vengono trattate e gestite le risorse naturali, resistenza alla scomparsa di biodiversità. Un percorso capace di richiamare e sottolineare il legame tra queste pratiche agricole e la cittadinanza responsabile.