Mercoledì 23 marzo 2016 ore 18 – Sala Centro Servizi Culturali UNLA Oristano
Istituto di Istruzione Superiore S.A. De Castro Oristano-Terralba/Mogoro-Ales e Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano vi invitano all’Incontro con Jeremy Lester dal titolo
Antonio Gramsci e i legami di sarditudine: Tenendo per mano l’ombra delle pietre
Introduce Pino Tilocca (Preside I.I.S. Superiore S.A. De Castro)
Coordina Marcello Marras (Direttore C.S.C. UNLA Oristano)
Durante l’incontro sarà proiettato il documentario “Da Costantino a Nino” realizzato dagli studenti della 3^B del Liceo Classico De Castro di Oristano
Jeremy Lester è stato per circa trent’anni professore di filosofia e scienze politiche in Inghilterra. Per ragioni di famiglia e di lavoro risiede tra Bologna e Parigi, dove insegna ancora oggi. Autore di opere di argomento culturale, filosofico e politico, ha già pubblicato Modern Tsars and Princes: The Struggle for Hegemony in Russia (Verso, 1995), The Dialogue of Negation: Debates on Hegemony in Russia and the West (Pluto Press, 2000) e, per i tipi di Verba Volant, Six Characters in Search of a Dialogue (2007), Stones of Resistance: A Tribute to Antonio Gramsci (2008), Unframed Pictures: Radical Tales from Latin America (2008), Que Viva Oaxaca! (2010), In Search of Caliban and the ‘Red Plague’: A Journey Through Latin America (2012), Spogliateci tutti Ignudi (2015).
26 marzo 1927
Carissima Teresina, mi è stata consegnata solo pochi giorni fa la lettera che mi avevi inviato a Ustica e che conteneva la fotografia di Franco. Ho così potuto vedere finalmente il tuo bimbette e te ne faccio tutte le mie congratulazioni; mi manderai, è vero?, anche la fotografia della Mimì e così sarò proprio contento. Mi ha colpito molto che Franco, almeno dalla fotografia, rassomigli pochissimo alla nostra famiglia: deve rassomigliare a Paolo e alla sua stirpe campidanese e forse addirittura maureddina: e Mimì a chi somiglia? Devi scrivermi a lungo intorno ai tuoi bambini, se hai tempo o almeno farmi scrivere da Carlo o da Grazietta. Franco mi pare molto vispo e intelligente: penso che parli già correntemente. In che lingua parla? Spero che lo lascerete parlare in sardo e non gli darete dei dispiaceri a questo proposito. È stato un errore, per me, non aver lasciato che Edmea, da bambinetta, parlasse liberamente in sardo.
Ciò ha nociuto alla sua formazione intellettuale e ha messo una camicia di forza alla sua fantasia. Non devi fare questo errore coi tuoi bambini. Intanto il sardo non è un dialetto, ma una lingua a sé, quantunque non abbia una grande letteratura, ed è bene che i bambini imparino più lingue, se è possibile. Poi, l’italiano, che voi gli insegnerete, sarà una lingua povera, monca, fatta solo di quelle poche frasi e parole delle vostre conversazioni con lui, puramente infantile; egli non avrà contatto con l’ambiente generale e finirà con l’apprendere due gerghi e nessuna lingua: un gergo italiano per la conversazione ufficiale con voi e un gergo sardo, appreso a pezzi e bocconi, per parlare con gli altri bambini e con la gente che incontra per la strada o in piazza. Ti raccomando, proprio di cuore, di non commettere un tale errore e di lasciare che i tuoi bambini succhino tutto il sardismo che vogliono e si sviluppino spontaneamente nell’ambiente naturale in cui sono nati: ciò non sarà un impaccio per il loro avvenire, tutt’altro. […]
Nino