30 Ott Voci e immagini dall’Afghanistan
Venerdì 17 gennaio ore 17,30 – Centro Servizi Culturali Oristano
L’Associazione pARTIcORali, il Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano e la libreria Mondadori di Oristano presentano Voci e immagini dall’Afghanistan
Sotto il cielo di Herat: La Brigata Sassari in Afghanistan (Carlo Delfino Editore) di Elisabetta Loi, Pier Luigi Piredda
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Afghan West: Voci dai villaggi (Bonfirraro) di Katiuscia Laneri, Elisabetta Loi, Samantha Viva
Denise Atzei dialoga con Elisabetta Loi
Reading a cura di Paolo Vanacore
I libri
Sotto il cielo di Herat, la Brigata Sassari in Afghanistan – Nel suo diario di viaggio, Pier Luigi Piredda racconta il difficilissimo contesto in cui ha operato la Brigata Sassari, facendo ricorso alla straordinaria umanità delle sue donne e dei suoi uomini per farsi accogliere con benevolenza da un Paese ancora troppo legato al passato per andare incontro con la dovuta decisione a quella domanda di cambiamento che salta fuori dagli sguardi e dalle diffidenze di un popolo che vorrebbe comunque voltare pagina. Il libro è ricco di immagini a colori, realizzate dalla reporter Elisabetta Loi che nei suoi scatti ci racconta storie di uomini, di donne, bambini, soldati, volti che esprimono al pari delle parole quella dura realtà.
Afghan West, voci dai villaggi – Il processo di transizione che è in atto in Afghanistan è di assoluta rilevanza storica. Partendo da questa considerazione, in occasione di un media tour di una decina di giorni, svoltosi tra Herat, Shindand e Bala Boluk, un gruppo di giornaliste hanno pensato bene di immortalarlo in un quadro più ampio, in maniera da poter lasciare una traccia tangibile che non vada perduta nelle pieghe, a volte marginali, di un articolo di cronaca. A partire dalle interviste raccolte tra i militari della missione ISAF, tra gli abitanti dei villaggi, tra i governatori e i generali afgani, nasce l’idea di un libro, che possa raccontare l’Afghanistan di oggi e cercare di leggere i risvolti che l’apporto e il contributo dei militari italiani, soprattutto nella parte ovest, avranno sul nuovo volto dell’Afghanistan di domani. Oltre alla parte testuale, il progetto che le giornaliste Samantha Viva, Katiuscia Laneri e la fotoreporter Elisabetta Loi hanno realizzato, comprende una vasta raccolta di foto e un video, per documentare in maniera completa e non univoca, ma avvalendosi di tre diversi livelli comunicativi, un viaggio in un universo meno noto di un paese che vive ancora sotto l’etichetta di avamposto dei Talebani.
Non si sa niente della realtà del posto e delle sue difficoltà, di come la gente stia cercando di affrancarsi dalla criminalità, dall’oppio, dai pregiudizi e all’isolamento. Il messaggio che a volte traspare dalle numerose attività che i nostri militari svolgono, in un paese così contraddittorio e complesso e di quanto il suo popolo sia legato al nostro, merita più attenzione, soprattutto visto il riconoscimento del cosiddetto “sistema Italia” quale modus operandi che ha fatto scuola e ha fornito competenze e suggerimenti indispensabili per far sì che nel 2014, con la fine della missione ISAF, o il suo molto più probabile ridimensionamento nel numero e nelle funzioni, il popolo afgano sia finalmente indipendente. Il lungo processo che è ormai giunto alla sua quarta fase ha visto anche il riassetto delle capacità militari e delle forze locali di polizia afgane, che ogni giorno acquistano sicurezza e capacità, grazie all’affiancamento costante dei nostri reparti specializzati come i MAT e i PAT, per non parlare delle numerosi innovazioni introdotte in ambito non solo strategico ma anche culturale e sociale, primo fra tutti l’ingresso delle donne nell’esercito. Anche la battaglia per i diritti delle donne merita uno spazio adeguato per non incorrere in facili qualunquismi e approssimazioni occidentaliste ad un fenomeno che rientra in un universo complesso come quello del mondo islamico.
Tutti questi spunti meritano quindi una riflessione più ampia della pagina di un quotidiano e vengono forniti, al lettore, nell’ottica di un quadro di comprensione più ampio, senza la pretesa di raccontare l’Afghanistan in un centinaio di pagine o con occhio da studioso, ma con la volontà di fornire, a chi sa poco o nulla dell’argomento, il resoconto della gente che vive il suo contesto con partecipazione e consapevolezza.
Elisabetta Loi è nata a Lanusei nel 1974. La grande passione e determinazione del padre le hanno trasmesso l’amore per la fotografia e per il fotogiornalismo. I suoi servizi vengono pubblicati quotidianamente da L’Unione Sarda e da periodici e agenzie fotogiornalistiche nazionali e internazionali tra le quali il Corriere della Sera, l’Ansa, e l’agenzia Kikapress. Nei suoi reportage spazia dalla cronaca allo sport. Dal 2007 realizza in tutta la Sardegna reportage di viaggio; i suoi servizi vengono utilizzati per promuovere Enti e Istituzioni e pubblicati su diversi periodici nazionali, tra cui Bell’Italia, InViaggio e Atmosphere di Meridiana Fly. Nel 2009, durante i duri cicli di chemioterapia a cui è stata sottoposta, è nato l’interesse verso l’Afghanistan e verso la missione ISAF a cui i soldati della Brigata Sassari
stavano partecipando. Nel 2011 ha partecipato al corso di alta formazione di fotogiornalismo presso l’Agenzia Contrasto di Milano. Nel 2012 parte da embedded in Afghanistan al fianco dei militari della Brigata Sassari. Ad ottobre dello stesso anno partecipa al corso dello SMD sulla conoscenza e prevenzione del rischio in aree di crisi e a dicembre, al fianco della Brigata Taurinense, ha continuato a documentare la missione ISAF in Afghanistan.