15 Set La mafia ordina suicidate Attilio Manca
Venerdì 14 aprile 2017 ore 18,00 – Sala Centro Servizi Culturali UNLA Oristano
Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano e Imprimatur editore presentano il libro di Lorenzo Baldo La mafia ordina Suicidate Attilio Manca (Imprimatur)
Intervengono insieme all’autore Ottavio Olita, Marcello Marras
Il libro – È il 12 febbraio 2004. A Viterbo, in un appartamento di via Monteverdi viene ritrovato il cadavere di Attilio Manca. Il corpo del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), che operava all’ospedale di Viterbo, è riverso trasversalmente sul piumone del letto, seminudo. A causarne la morte, come accertato dall’autopsia, l’effetto combinato di tre sostanze: alcolici, eroina e Diazepam. Sul suo braccio sinistro i segni di due iniezioni. Per la Procura di Viterbo non c’è dubbio, si è trattato di un suicidio. Ma Attilio Manca è un mancino puro. Non ha alcun motivo per suicidarsi. E, soprattutto, dietro a questa misteriosa vicenda si intravede l’ombra di Cosa nostra. Il giovane urologo, specializzato nella tecnica laparoscopica, potrebbe aver assistito all’intervento alla prostata al quale nel 2003 era stato sottoposto Bernardo Provenzano in una clinica di Marsiglia, o quanto meno potrebbe averlo visitato prima o dopo l’intervento. Sullo sfondo gli apparati deviati di uno Stato che non ha alcun interesse a fare luce su questa strana morte. A dodici anni di distanza Fabio Repici e l’ex pm Antonio Ingroia, legali della famiglia Manca, vogliono un processo sulla base delle rivelazioni di boss come Giuseppe Setola e Carmelo D’Amico. Un lungo viaggio alla ricerca della verità.
Lorenzo Baldo, (Noale – VE, 28/4/1970), giornalista pubblicista, vicedirettore del periodico“Antimafia Duemila” (nel 2010 “Antimafia Duemila” ha ricevuto il premio Legalità e Giornalismo, Giudici Saetta – Livatino con la seguente motivazione: “Per lo strategico ruolo svolto nel panorama dell’informazione nazionale a beneficio della lotta alla mafia per l’affermazione dei valori di Libertà, Legalità e Giustizia”). Da 16 anni è inviato a Palermo per il suo giornale; ha collaborato con la “Fondazione Sambuca” per la realizzazione della mostra antologica di Letizia Battaglia; ha partecipato a numerosi convegni sul tema mafia; ha collaborato con “L’Ora quotidiano” e “I Siciliani giovani”. Insieme a Giorgio Bongiovanni ha scritto «Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino» (Aliberti), un libro-inchiesta sugli avvenimenti più salienti avvenuti tra la strage di Capaci e quella di via D’Amelio, e sulla conseguente “trattativa” tra Stato e mafia.