10 Ott Joss Rakover si rivolge a Dio
Lunedì 26 gennaio ore 17.30 – Centro Servizi Culturali UNLA Oristano
Giornata dedicata alla memoria delle vittime dell’Olocausto “Joss Rakover si rivolge a Dio”
Una bottiglia contenente una lettera viene ritrovata tra le macerie di Varsavia, distrutta dai nazisti. È una disperata apostrofe a Dio scritta da un ebreo prima di perire tra le fiamme.
La lettura verrà proposta da Massimo Piras e Pino Porcu
“Joss Rakover si rivolge a Dio”
Verso la fine del 1940, un anno dopo la conquista della Polonia da parte dei nazisti, le SS avevano prelevato circa 400.000 ebrei segregandoli, per mezzo di un’alta muraglia, dal resto della citta di Varsavia, in un’area lunga due miglia e mezzo e larga un miglio che abbracciava l’antico ghetto medievale.
Nel 1942 la quasi totalità di quei 400.000 vennero “trasferiti” verso i campi di sterminio di Treblinka.
Erano riusciti a salvarsi da quella deportazione circa 60.000 ebrei, i quali rendendosi conto che i nazisti avevano deciso di operare per una soluzione finale, si barricarono nel ghetto, si ribellarono decisamente e combatterono con il coraggio del disperato.
Scavarono cunicoli collegati alla rete fognaria e diedero gran filo da torcere ai nazisti i quali non si aspettarono tale resistenza e soprattutto furono sorpresi dalla capacità combattiva di ciascun ebreo. Bisognava trovare un modo drastico per chiudere definitivamente la partita. E così venne deciso di appiccare il fuoco in modo sistematico e completo ad ogni edificio dove abitavano gli ebrei. E fu la soluzione finale.
In questa circostanza si inserisce il personaggio di Joss Rakover che riesce a scrivere, in quelle ultime ore del ghetto, le sue ultime volontà. Il foglio verrà sigillato con cura in una piccola bottiglia che verrà ritrovata fortunosamente tra cumuli di pietre carbonizzate e ossa umane.
E’ la storia di un ebreo che, posseduto dalla sua fede, grida il suo immenso dolore e chiama in causa Dio e il suo silenzio di fronte al trionfo dell’orrore.
La breve e fiera apostrofe a Dio di Joss Rakover divenne simbolo e lascito testamentario di chi si rivolta contro l’iniquità.