30 Ott A BOLU: il canto a tenore in Sardegna
A BOLU: il canto a tenore in Sardegna
scritto con Sebastiano Pilosu
Davide Melis
Sebastiano Pilosu
Luca Melis
“Il canto a tenore è un’espressione di quattro persone che cantano insieme: solista, bassu, mesu boghe, e contra. Il solista canta una poesia, gli dà una melodia, un’interpretazione personale, una nota chiave, e il tenore risponde all’accordo”. Comincia così, con la semplice definizione dei cantori orgolesi Franco Davoli e Antonio Garippa, “A bolu”, docufilm sul canto a tenore appena ultimato per la regia di Davide Melis e prodotto dalla società cagliaritana Karel.
Realizzato grazie a un contributo sul bando IdentityLAB dell’Assessorato regionale alla Cultura della Regione Sardegna, è stato pensato non come un’enciclopedia di gruppi e stili, ma piuttosto come un racconto corale nato direttamente dalla voce dei suoi protagonisti, uomini e ragazzi di tutta la Sardegna che lo hanno ereditato, lo praticano e lo tengono vivo ogni giorno, soprattutto lontano dai grandi palchi e dalle esibizioni di spettacolo. “Il tenore è questo – prosegue Garippa nell’introduzione del film – è cantare in un bar, dopo una cena tra amici, è cantare quando se ne sente il desiderio, senza forzature e per il piacere di cantare”.
Il racconto di “A bolu” si snoda attraverso le parole dei cantori che lo presentano nei suoi molteplici aspetti: il valore all’interno delle comunità, la sua evoluzione tra passato, presente e futuro, le differenze tra i paesi che rendono ogni gruppo unico, l’amicizia e l’armonia tra le voci. Tra aneddoti, ricordi, opinioni personali e punti di vista condivisi il docufilm ci presenta un mondo complesso e praticato da persone diversissime, dai pastori agli operai, dagli impiegati agli insegnanti, dagli studenti ai veterinari ai disoccupati tra giovanissimi, adulti e anziani (e persino bambini, come il tenore Sos Isteddos di Pattada). Ciascuno con la sua storia, le sue esperienze, il suo vissuto personale.
esprime all’interno di un sistema di valori poetici e musicali condivisi, per creare sempre nuova poesia e nuova musica. È il racconto di una maniera di fare musica che non può prescindere dalle persone, dalla loro storia e dalle loro individualità, dall’interazione tra i cantori e la comunità. ‘A bolu’ descrive così non una realtà statica e prefissata ma piuttosto una situazione in continuo divenire, dell’inafferrabile ‘volo’della sua immaterialità”.